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Cavallino - I luoghi della memoria

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Caballinus = Cavallino Il feudo e il casale di Cavallino

Caballinus = Cavallino

Poco discosto dalle rovine residue dell'arcaica Città messapica in contrada Tafagnano, verso sud e sopra un lieve declivio cominciò a costituirsi, intorno al Mille, un «pagus in agro lyciensi», che sarebbe poi diventato il villaggio di Caballinus in tenimento leccese, un agglomerato di trulli fatti di pietre informi, e di casupole con tetto di canne ed èmbrici.


Panoramica della Piazza
Cavallino verso il 1950

Il neonato nucleo abitativo, con il passare dei secoli e attraverso le successive epoche gotica, longobarda, bizantina, normanna, angioina, aragonese, e poi lungo il periodo della Contea di Lecce e l'età feudale della famiglia dei Castromediano, si andò ingrandendo tutt'intorno al Palazzo baronale-marchesale e alla Chiesa matrice e si sviluppò sino a diventare l'odierno paese di Cavallino.

L'origine del toponimo CAVALLINO è incerta e molto si è discusso sulla radice e sulla etimologia del nome. Era il tempo in cui i cultori di storie locali si sforzavano di rintracciare e di indicare le origini possibilmente "nobili" dei propri paeselli e affermavano come cosa
L'insediamento messapico di Cavallino, ricostruzione verosimile

L'insediamento messapico di Cavallino, ricostruzione verosimile
certa, per esempio, che Arnesano derivò il nome dal centurione romano Arnisius, che il borgo di Carpignano si chiamò così perché fondato dal questore romano Carpinius, che la città di Lecce fu fondata niente di meno che dal cretese Lictio Idomeneo, l'eroe omerico, e il nome attuale proveniva, tra l'altro, da Lycium, Lycia, Licce, Lezze, e il toponimo Lizzanello venne da Lycianellus diminutivo di Lycia, Lezze, vantandosi questo paesello di essere una piccola Lecce.

E il nome Cavallino da dove ebbe origine?

Dunque, queste e altre derivazioni etimologiche si basavano, ma soltanto per l'assonanza, sull'etimo latino caballus.


Foto
Cavallino, zona archeologica

Cioè, alla fine, l'etimo greco del De Rinaldis kaballino (luogo pieno di rovine) si fuse, si confuse, si amalgamò, si identificò per assonanza lessicale con il vocabolo latino plebeo caballinus (giovane cavallo), sicché il nome greco perse il malaugurato concetto di distruzione e morte e assunse il significato fortunato di paesello rinato, di borgo piccolo ma attivo e vitale come un puledro.

Se proprio vogliamo, il riferimento luttuoso alla tragica ruina della Città messapica rimane impresso nel toponimo Tafagnano, il centro della zona devastata, archeologica, che richiama la radice greca taf- e rimanda agli etimi tafé (sepoltura), tàfos (tomba), taféios (funebre, luttuoso); dunque, taf- + suffisso di relazione -niano = Tafagnano, nome di origine greca che i monaci basiliani bizantini avrebbero potuto dare al pianoro omonimo, perché cosparso di tombe e disseminato di crolli e di rovine.

A tal proposito è da chiarire e da annotare che la consonante labiale latina -b- è debole e nell'idioma leccese spesso cade, non si pronunzia: ta[b]ula > taula, nu[bi]la > nula, ca[ba]llus > caδδu; ma in lingua italiana altrettanto spesso la -b- latina si muta in -v-: tabula > tavola, nubila > nuvola, caballus > cavallo; pertanto, il vocabolo latino caballinus in italiano diventa cavallino,
Trulli (pagghiare), tuguri rurali

Trulli (pagghiare), tuguri rurali
per cui in italiano si deve naturalmente e correttamente pronunziare CAVALLINO (con la -v-) e non CABALLINO (con la -b-).

C'è da osservare a tal proposito che sul territorio di Cavallino non è stata trovata mai alcuna traccia né si è avuta mai notizia di alcuna 'stazione daziaria', dove i viandanti si recavano per pagare le gabelle.

E poi, perché il Municipio di Lupiae o l'Universitas di Lecce doveva impiantare l'ufficio del dazio proprio nel casale di Caballino? Allora il borgo di Cavallino non era toccato da alcuna importante via di transito, allora non esisteva nemmeno la strada diretta Cavallino-Lecce, e gli sporadici rapporti con il capoluogo della Contea venivano effettuati o per via Crocifisso-bivio Lizzanello-Lecce, o per via Culummi-bivio Maglie-Lecce, o per il viottolo disagevole Cavallino-Porchiera-bivio per Lecce; pertanto i gabellieri leccesi come avrebbero potuto sorvegliare il traffico viario facendo i piantoni a Gabellino = posto delle gabelle? Lecce li aveva i posti daziari, ma alle porte della città, a Porta S. Biagio e non a Cavallino!

Comunque, in conclusione, quelle citate sono tutte ipotesi etimologiche basate su indizi probabili ma non sicuri, sono supposizioni e non certezze; tuttavia noi cavallinesi non dobbiamo rammaricarcene tanto, accettiamo il toponimo che ci è pervenuto da tempi lontani, trasmèssoci dall'avìta tradizione, e teniamoci l'italiano CAVALLINO e il leccese CADDINU, entrambi nomi cari, gentili e amabili.




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