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I Castromediano
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Domenico Ascanio (1629-1697),
2o marchese di Cavallino e 1o duca di Morciano
Il ripristino del Regno di Napoli
e la venuta dei Borbone
Fortunato Giusto (1656-1710),
3o marchese e 2o duca



I CASTROMEDIANO

Il ripristino del Regno di Napoli e la venuta dei Borbone

Per tutta la prima metà del Settecento l'Europa intera soffrì un periodo storico confuso e turbolento. Per la nostra storia basta dire che il viceregno napoletano l'anno 1701 passò dalla dipendenza spagnola a quella austriaca.

Il 1734 Lecce si rivoltò contro le autorità austriache e il governo della città fu assunto dai ceti subalterni; poco dopo, però, i rivoltosi furono ridotti all'obbedienza e i quattro capipopolo Leonardo Antonio Pedio, Pascali Saracino, Gaetano Marangio e Antonio Persano, arrestati e condannati, il 28 febbraio 1735 furono impiccati nella piazza di S. Oronzo1.

Due anni dopo, il Viceregno fu ripreso dagli spagnoli, fu riportato alla dignità di Regno indipendente e assegnato a Carlo III di Borbone, figlio del re Filippo V di Spagna.

Importante è sottolineare e rammentare che il nuovo re di Napoli scelse come Ministro per la Giustizia l'Ill.mo Sig. Bernardo Tanucci, il più deciso assertore della supremazia del potere regio sui particolari poteri feudali; tale concezione costituzionale tramutata in azione politica determinò il progressivo decadimento del feudalesimo e dei feudatari.

Suscitano curiosità e interesse alcuni fatti dall'ingegnere cronista leccese Giuseppe Cino annotati succintamente nelle sue MEMORIE, che ci danno un'idea dell'ambiente rischioso e triste in cui viveva la società del tempo.

A. D. 1663 - A 2 novembre fu ritrovato mangiato dai cani Francesco Sanges nella strada di Merine dentro un campo con una fune al collo ed un'altra al piede che fu gran terrore.

L'apprensione e l'allarme per le reiterate incursioni corsare e piratesche erano sempre vivi nel Salento.

L'arciprete di Morciano don Carlo Fusco, nel Libro dei Morti in data 4 luglio 1671 registrò che la masseria "Paduli" del duca Domenico Ascanio Castromediano fu assaltata dai predoni turchi e che il contadino Salvatore Pecoraro armato di piccone si difese gagliardamente, ma alla fine i turchi …tiratoli una botta di schimitarra alla fronte et secondata una altera, tagliarono la testa con tal fine finì sua vita; et andato il signor Thomaso Castromediano in detta massaria fece trasportare il detto cadavere qui a Morciano et messo nella cappella di S. Rocco… (di cui era rettore il sacerdote don Giuseppe Panese di Cavallino). L'arciprete nel medesimo Atto annotò anche che in quella circostanza …furono pigliati schiavi de Turchi la matina al alba li infrascritti Giovanni Albanese e Francesco suo figlio, con sua moglie, e Silvestro suo figlio, havendo anco figlio di detto Giovanni Donato Fiore di Caballino.2

Masseria fortificata Nsarti
CAVALLINO - Masseria fortificata "Nsarti"
(foto P. Garrisi)

E il cronista Giuseppe Cino continua:

A. D. 1673 - A 6 agosto scesera li Turchi nel Casale di Torchiarolo e ne portarono da circa 50 persone maschi e femine.

A. D. 1676 - A 30 agosto di domenica la notte nella strada di Lizzanello fu ammazzato Giuseppe Palma leccese da una persona di Lizzanello.

E nella stessa notte scesero li Turchi nel casale di Vernole e ne rapirono tra donne ed uomini 52 con molte suppellettili.

A. D. 1711 - A 27 settembre di domenica, la notte li Turchi scesero nella torre della Specchiulla ed arrivarono vicino a Cerrate e saccheggiarono la Chiesa, portandone tutti i paramenti, sfreggiando l'immagine della SS. Vergine e del Crocifisso e tutta la gente che stava in detta Masseria e delle altre masserie dove passarono ne trasportarono da circa 44 persone tra maschi e femine e per tale effetto fu carcerato Gaetano Fiore sopraguardia per non avere esercitato bene il suo impiego ed assistito alla marina.3


1 F.A. PICCINNI, Principiano le notizie di Lecce
2 Archivio parrocchiale di Morciano, Liber Mortuorum
3 G. CINO, Memorie ossia Notiziario di molte cose accadute in Lecce


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