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I Castromediano
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Giusto Silvestro, Domenico I e Giacinto Maria II Gaetano (1745-1798),
8o marchese e 7o duca
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I CASTROMEDIANO

Gaetano (1745-1798), 8o marchese e 7o duca

Già l'anno precedente, constatandosi le precarie condizioni di salute del marchese duca don Giacinto Maria II titolare della casata, prevedendosi anche l'inesorabile venir meno di suo figlio Giusto, era venuto a stabilirsi nel paese natio don Gaetano Castromediano, il fratello e successore designato di don Giacinto Maria.

Da giovane Gaetano aveva prestato il dovuto servizio militare dapprima come cadetto nel Real Reggimento Principato Citra, e dopo come tenente nel Reggimento Real Campagna, e aveva partecipato pure ad un'incursione armata contro una nave di pirati barbareschi. Poi era stato trasferito nella capitale Napoli e nominato Ufficiale della Guardia Regia. Frequentando la Casa e la Corte reale, divenne familiare del nuovo re Ferdinando IV di Borbone.

Infine, tornato alla vita civile, fu nominato Governatore di Salerno e Sorrento, la medesima carica esercitata alcuni anni prima da suo padre don Domenico I.

Tornato a Cavallino, don Gaetano nel 1780 sposò Anna Vernazza, la giovanissima figlia del duca di Castrì, e alloggiò insieme al fratello Giacinto nel quartiere marchesale, il più rappresentativo del vecchio palazzo di famiglia. Dopo un solo anno, nel 1781, il marchese duca don Giacinto Maria II morì e don Gaetano Castromediano ereditò i beni, i titoli e le ormai logorate prerogative feudali della casata.

Chiesa matrice
Chiesa matrice e statua di S. Domenico (sec. XVII), campanile (1787), orologio (1892)
(foto P. Garrisi)

Don Gaetano dalla moglie donna Anna ebbe dieci figli, tutti nati a Cavallino: Domenico, Kiliano, Giov. Battista, Beatrice, Cornelia e Sigismondo (morti entrambi fanciulli di vaiolo), Gaetana, Isabella, Irene, Rosa.

Nella conduzione dei suoi possedimenti egli portò l'esperienza di ex funzionario abituato all'attenta verifica dei risultati e al costante controllo dell'operato degli addetti alle varie mansioni, punendo i vassalli svogliati inerti e gratificando i capaci attivi; sicché nelle terre di Cavallino e di Morciano operò un notevole progresso dei metodi agrari e un importante incremento dell'economia agricola.

In particolare per il casale di Cavallino, il marchese duca don Gaetano nel 1783 rese agevolmente percorribile dai carri il sentiero de lu Monte e de lu Pignu, che dal paese portava a Lecce, e che da allora diventò la via preferita dai cavallinesi per raggiungere Lecce la città capoluogo. L'anno 1787 fece erigere attiguo alla Chiesa madre il bel campanile alto 41 metri, con in cima il caratteristico cupolino, visibile e riconoscibile da ogni lontano punto del circondario.

Poiché nel corso degli ultimi anni erano sorte parecchie case di abitazione fuori le mura del paese e specialmente ai lati del viottolo che menava dalla porta dell'Annunziata verso Campogrande, don Gaetano l'anno 1790 fece demolire il vecchio e stretto arcu de la Nunziata, prolungò la cerchia delle mura del casale includendovi le nuove abitazioni, e fece costruire più oltre, all'imbocco della strada per Caprarica, una porta nuova architettonicamente più importante, la quale poi comunemente venne denominata Porta S. Giorgio perché vicinissima alla cappella di S. Giorgio, che qualche anno prima era stata eretta a proprie spese dal Cavaliere di Malta fra' Pasquale Castromediano, fratello di don Gaetano.

Il 23 aprile 1797 venne a Lecce il re Ferdinando IV di Borbone. Don Gaetano Castromediano, desideroso di rivedere e di salutare Sua Maestà, si fece condurre in carrozza a Lecce, al Palazzo vescovile, dove il Sovrano si trovava gradito ospite del vescovo mons. Salvatore Spinelli. Don Gaetano da tempo era sofferente di nefrite, ma ultimamente l'insufficienza renale si era acutizzata, probabilmente anche a causa dei dispiaceri coniugali che la moglie donna Anna di frequente gli procurava.

Re Ferdinando commosso abbracciò pubblicamente l'amico; poi, informato della di lui malattia, gli assegnò, per curarlo, il medico di corte dottor Sementini, il quale prese alloggio nella residenza del marchese in Cavallino.

Purtroppo, nemmeno le cure specialistiche riuscirono a salvare don Gaetano, il quale agli inizi dell'anno 1798 cessò di vivere e di soffrire, compianto da tutti i Cavallinesi.

La vedova donna Anna Vernazza qualche tempo dopo lasciò soli nel palazzo di Cavallino gli otto figli viventi e si trasferì a Lecce per convivere definitivamente con l'amato compagno don Cesare Prato.

Successe a capo della casata il figlio primogenito Domenico II Castromediano, diciassettenne.




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