NOTA BIBLIOGRAFICA
Fonti popolari e letterarie
Trovo una certa difficoltà a stendere la bibliografia relativa a questo DIZIONARIO. Per le fonti orali, inesauribile miniera lessicale è stata la tradizione popolare con l'insieme delle sue memorie e notizie, con tutta la sua cultura e civiltà, e a questo punto dovrei menzionare tanti e tanti vecchi amici e conoscenti, contadini, massari, artigiani, casalinghe, operaie, bottegai, commercianti, professionisti e intellettuali, con i quali ho avuto continui rapporti socio-culturali; per le fonti scritte dovrei compilare un lunghissimo elenco sistematico delle opere consultate, dei libri letti, dei testi esaminati, dei saggi valutati e vagliati; in pratica dovrei mettermi a copiare gli autori e i titoli dell'intero schedario della Biblioteca Provinciale e di quello dell'Ateneo di Lecce, per quanto della produzione dialettale salentina hanno in catalogo. Qui non è il luogo e, pertanto, mi limito a fare ad essi riferimento e rimando.
Non posso esimermi, però, dal citare i documenti più remoti dell'idioma leccese, i quali suscitano sempre curiosità e interesse:
- distico di Minervino (I473), il quale afferma che
Como lu lione et lo re dell'animali
Cusì Menerbinu et lo re de li casali.
- Anonimo, Rassa a Bute, Commedia dialettale leccese del sec. XVII; recentemente è stata ripresentata da LUIGI A. SANTORO, per conto di Capone Editore, 1989.
- Viaggio de Lèuche a lengua nòscia de Rusce, (poemetto in tre canti composto da Geronimo Marciano, detto lu Mommu de Sàlice, morto nel 1714), sta in Ottocento poetico dialettale salentino, a cura di Ribelle Roberti, Galatina 1954.
- ottava, scritta nel 1743 alla base del dipinto raffigurante S. Oronzo posto in un altare della Basilica di Santa Croce in Lecce; essa informa che
FOI S. RONZU CI NI LEBERAU
DE LU GRA TERRAMOTU, CI FACIU
A BINTI DE FREBBARU: TREMULAU
LA CETATE NU PIEZZU, E NU CADIU. |
IDDU, IDDU, DE CELU LA UARDAU
E NUDDU DE LA GENTE NDE PATIU.
E' RANDE SANTU! MA DE LI SANTUNI!
FACE RAZZIE E MERACULI A MEGLIUNI. |
- 16 sonetti leccesi del manoscritto di Londra, (sec. XVIII).
- La Juneide, osia Lecce trasfurmatu, culle laudi de lu Juni, puema eroeco dedecatu alli signori curiosi, (di autore ignoto, fu scritto non prima del 1768; il poemetto prende il titolo da lu Juni , soprannome di Giuseppe Romano, sindaco di Lecce nel biennio 1768-69).
- Poesie delle Accademie oriatane (1781-83).
Questi ultimi tre documenti stanno in 'Ottocento poetico dialettale salentino', Galatina 1954.
I circa 1.200 proverbi riportati nel Dizionario provengono e dalla viva voce del popolo leccese e dalle seguenti raccolte:
- A.C. CASETTI, Un gruzzolo di proverbi leccesi, Lecce 1873.
- C. DE CARLO, Proverbi dialettali del Leccese illustrati e commentati, voll. 2, Trani 1907.
- E. BARBA: Proverbi e motti del dialetto gallipolino, Gallipoli 1902, (ne sono stati estratti quelli in uso anche nel Leccese e trascritti con grafia accomodata).
Molti altri proverbi sono stati rinvenuti sparsi tra le pagine dei testi dialettali letti e consultati.
Fonti antologiche
A riprova dell'uso di parole particolari, oltre che per motivi antologici, sono stati trascritti versi dei seguenti autori autenticamente leccesi:
- FRANCESCANTONIO D'AMELIO (Lecce 1775-1861), Puesei a lingua leccese de lu Frangiscantoni D'Amelio de Lecce dedecate a Soa Ccellenza D. Carlo Ungaro de Montejasi, Lecce, Stamperia de la Ntendenza 1832.
- GIUSEPPE DE DOMINICIS - CAPITANO BLACK (Cavallino 1869-1905), Poesie, a cura di Francesco D'Elia, Lecce I926.
- FRANCESCO MARANGI (Lecce 1864-I939), Lu pettaci (versi in dialetto leccese), Lecce 1889.
- OBERDAN LEONE, Intermezzu - Fiuri de serra, Lecce 19O3 - Menze tinte, Lecce 1922.
- ENRICO BOZZI (Lecce 1873-1934), Fogghe mmedhate, Lecce 1905 - Poesie in dialetto leccese ed in... pulito, Lecce 1922.
Nei brani poetici citati è stata rispettata la grafia usata da questi autori, eccezion fatta per i vari e diversi segni del suono cacuminale, i quali sono stati uniformati nella doppia -δδ-, e per la segnalazione della pronunzia dolce e blesa del suono sibilante schiacciato semplice del nesso sç- (di tipo napoletano).
Moltissimi altri brandelli di composizioni poetiche sono stati tratti dai canti popolari leccesi, di cui alcuni sono di mia antica conoscenza, parecchi mi sono stati dettati a viva voce da miei vecchi concittadini; molti, infine, sono stati ricavati dalla raccolta di A. CASETTI - V. IMBRIANI, Canti popolari delle province meridionali, Torino 1871.1
Lessici e vocabolari
Ritengo utile segnalare le opere lessicografiche leccesi, che hanno preceduto questo mio lavoro:
- MARTINO MARINOSCI (Martina Franca), Flora salentina, Lecce 1870, voll. 2; (al termine scientifico latino corrisponde la voce italiana, cui segue una particolareggiata descrizione della pianta; frequentemente accanto al nome italiano viene segnalata la parola popolare leccese).
- GIUSEPPE COSTA (Lecce), Fauna salentina, ossia enumerazione di tutti gli animali che trovansi nelle diverse contrade della Provincia di Terra d'Otranto e nelle acque de' due mari che la bagnano, Lecce 1871; (sono registrati e descritti in italiano gli animali domestici e selvatici, e di alcuni è riportato per inciso il nome dialettale leccese).
- RAFFAELE DE MARIA (Lecce), Vocabolarietto leccese-italiano distribuito per arti e mestieri, Lecce 1874, pp. 32; (è un elenco, peraltro incompiuto, di circa 25O voci dialettali con a fronte i termini italiani relativi ai mestieri del falegname, del calzolaio e del conciatore di pelli).
- A. BERNARDINI-MARZOLLA (Monteroni), Saggio di un vocabolario domestico del dialetto leccese con i vocaboli italiani corrispondenti, Lecce 1889; (in 97 pagine sono raccolti non più di 1.800 voci familiari leccesi riguardanti la casa e le suppellettili, l'uomo e le sue necessità e le sue malattie, gli animali e le piante, alcuni mestieri e le comuni attività agricole).
- GIUSTINIANO GORGONI (Galatina), Vocabolario agronomico con la scelta di voci di arti e mestieri attinenti all'agricoltura e col raffronto delle parole e dei modi di dire del dialetto della provincia di Lecce, Lecce 1891; (la ricerca spazia in campo nazionale; di ogni termine agrario viene spiegato minutamente il significato e ad esso sono riferite le relative operazioni agrarie. E' presente l'intento di divulgazione didattica; alla fine, ma non sempre purtroppo, viene indicato il corrispondente termine leccese).
- ANTONIO LONGO (Guagnano), Primo contributo alla conoscenza scientifica dei termini dialettali, usati nel Leccese, per indicare le piante indigene spontanee e coltivate ed i prodotti più usati derivati da piante esotiche, Bologna 1931, pp. 75; (manualetto contenente circa 450 voci dialettali dei vegetali con a fronte i corrispondenti nomi scientifici latini; raramente viene indicato anche il termine italiano).
- ENRICO COSTANTINI (Lecce); su un grosso plico di fogli protocollo fu raccolto un ricco lessico di termini peculiari leccesi; il lavoro, rimasto incompleto e manoscritto, ora trovasi inedito presso il Centro di Studi Salentini - Biblioteca Prov. - Lecce.
- GERHARD ROHLFS, Vocabolario dei dialetti salentini (Terra d'Otranto) , ristampa fotomeccanica, Galatina, Congedo Ed. 1976, voll. 3; (è una vastissima raccolta di lemmi appartenenti al territorio di Terra d'Otranto, comprendente le attuali province di Brindisi, Lecce e Taranto. Ogni termine è seguito dall'indicazione della località in cui viene usato oppure dal contrassegno dello scrittore presso cui è stato rintracciato; e, inoltre, è accompagnato da tutte le varianti riscontrate in diverse altre isole dialettali salentine. Il 'Vocabolario' offre un'agevole possibilità di fare un esame comparato delle parole nelle loro frequenti e numerose varianti, ma si presenta di uso complicato e di consultazione defaticante se si intende condurre una ricerca e uno studio intorno ad una singola parlata locale; relativamente ai vocaboli 'leccesi' vi si riscontrano frequenti errori grafici nelle indicazioni fonetiche).
- MARIA ATTISANI-VERNALEONE (Lecce), "La lingua de lu tata"- Vocabolario del dialetto leccese, Lecce 1989; (redatto a guisa di un moderno dizionario, contiene non più di 4.000 lemmi leccesi, scelti tra quelli che danno lo spunto per farli seguire da caratteristiche frasi idiomatiche e modi di dire. Il testo presenta alla fine un'appendice comprendente filastrocche, poesie d'amore, preghiere, detti e proverbi; non sono precise le segnalazioni grafiche del suono schiacciato sordo e duro di sc-, e il suono schiacciato semplice e dolce di sç-.
Nella formulazione delle definizioni in italiano delle singole voci leccesi sono stati consultati:
- N. ZINGARELLI, Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli Ed., Bologna 1964
- G. DEVOTO-G.C. OLI, Dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze 1971 entrambi di grande aiuto anche nella individuazione immediata delle etimologie.
- Circa quest'opera, Salvatore Panareo (ed io concordo con lui) dice che è una raccolta "importante per numero di componimenti, non per bontà ed esattezza di trascrizione, già che su un migliaio di canti... i più sono poco corretti e perdono perciò ogni valore sotto il punto di vista glottologico"; Canti popolari di Terra d'Otranto, Apulia 1910. Avverto che i brandelli, indicati come provenienti da 'Cavallino' e da 'Lecce' e da me trascritti nel DIZIONARIO, sono stati adattati e adeguati nella grafia alla peculiare parlata leccese.