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Pippi De Dominicis
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Lu ballu de li muerti

Questa ballata fu ispirata dalla Danza dei Morti, la poesia del grande poeta tedesco W. J. Goethe, ma il Capitano Black al suo componimento dà uno sviluppo del tutto libero e originale.

A ncelu la luna, pendendu cchiù bianca,
le cruci, li pigni d'argentu cuprìa.
De subbra nna tomba se nd'àusa nna chianca
e nn'umbra de muertu de fore nd'essìa.

Il 2 novembre, terminata la festa dei vivi in suffragio dei defunti e rimasto il camposanto vuoto dei visitatori, a mezzanotte in punto un'anima prende l'iniziativa e, passando e battendo da un sepolcro all'altro, sveglia tutti gli scheletri e li invita a partecipare alla festa dei morti per i morti.

«Compagni, non vi hanno infastidito le false espressioni di mestizia da parte di parenti e di amici? Per l'intero anno non si sono ricordati di noi, solo oggi sono venuti al camposanto e ipocritamente si sono fatti vedere con gli occhi umidi di pianto.

Amici, se volete una veritiera festa di divertimento, suvvia, prendetevi per mano formando un grande girotondo, e ballate rammentando gli eventi della vita terrena».

Uno si porta al centro del cerchio e racconta: «Fui poeta e amai una bella fanciulla bionda. Al chiaro di luna facevamo l'amore, stretti abbracciati. Una sera d'inverno mi buscai la polmonite e dopo tre giorni ne morii. La donna amata pianse e si disperò, ma dopo un mese appena si consolò con un altro».

E tutti li muerti ballânu, ballânu.
"Evviva a cci canta" - ncignara a rretare -
Quandu unu de tanti se lassa la manu,
se minte dha mmienzu e ccumenza a ccantare:

«Amavo una bella ragazza bruna. Io ero pazzo di lei, ma lei amoreggiava anche con un altro. Spinto dalla gelosia, affrontai il rivale e lo afferrai per il collo, ma egli, più lesto, mi sbudellò».

Ballate! Gran ronde a droite! Gran girotondo a destra!

Un terzo si pone in mezzo e racconta: «Pure io morii per amore. Amavo ardentemente una giovane, ma essa voleva essere pagata per ogni bacio che mi dava. Essendo io povero, rubai, mi indebitai, estorsi denaro a un riccone, poi, per sottrarmi ad ogni obbligo, lo uccisi. Ma fui scoperto e finii appeso alla forca».

Un altro ancora: «Io, cari compagni, non credetti mai all'amore, desiderai piaceri e divertimenti e li cercai e li trovai ora qua e ora là a guisa di un'ape che coglie il miele da fiore in fiore. Mi piacque assai specialmente il mangiare e il bere. Fui più savio o più pazzo di chi morì per amore?»

E tutti li muerti ballânu, ballânu.
"Evviva, hai ragione!" - se ntise retare.
Pe ll'aria biancuta, luntanu luntanu,
le prime campane ncignara a ssunare.

Alle prime luci dell'alba le danze s'interrompono: tutti gli scheletri in gran fretta si rinchiudono nei sepolcri. Solo il poeta non fa in tempo a raggiungere la propria tomba, perché impedito e trattenuto dal lembo del suo bianco lenzuolo, che era rimasto impigliato a una croce. E intanto a levante…

Lu sule nduratu pe ll'aria cumpare.

Questa ballata era stata già pubblicata, isolata, nel 1902, e terminava con la seguente quartina:

Gne ttomba se chiude. Allu sennu lassatu
pacifecu e bellu gne mmuertu retorna:
lu pueta pe uardia de fore ha restatu
e forsi ca all'annu li dìsceta ntorna.



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