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Strada de la Nunziata (via Roma)
La strata te la Nunziata fu un largo sentiero segnato dalle tracce delle ruote dei carri, che transitavano per uscire dalla porta dell'Annunziata (abbattuta nel 1790), e dalle orme dei devoti cavallinesi che si recavano di frequente per pregare nella chiesetta dell'Annunziata; solo nella seconda metà dell''800 cominciarono a sorgere i fabbricati lungo questa via. Sul fianco destro, proprio confinanti con il Calvario, questo attiguo alla Parrocchiale), sorsero le case nuove dei fratelli Ciccarese li Pasulari, quindi, entro un cortile, un forno per cuocere pane fatto in casa e fichi secchi, e l'abitazione di proprietà di Filippo Murrone marito della brava e nota maestra Vittoria Garibaldina Rizzo; seguirono le case di Gioacchino Totaro Aprile e la bottega dei Forcignanò; poi la corte e l'abitazione in fondo dei De Dominicis, gli avi di Peppino il Capitano Black; infine il vicoletto cieco dei Linciano soprannominati li Riδδu, degli Ingrosso detti li Trecentu e dei Bascià del ramo de li Paulinu.
Lungo il fianco sinistro della via si susseguirono tra le altre la dimora al 1° p. degli Arigliani: il padre Giuseppe sindaco nel biennio 1845-46, il figlio don Raffaele medico condottato, e poi il figlio di questi don Cìccio segretario comunale; e, dopo, l'ampia abitazione e dipendenze di donna Carolina Baldassarre, figlia del medico don Crescenzio e moglie del leccese don Domenico Buccarelli sindaco di Cavallino dal 1853 al 1859; e pure la dimora di maestro Luigi De Blasi, l'artista autore del monumento ai Caduti nella guerra 1915-18; poco oltre, infine, la casa di Santo Rizzo, conosciuto come Santu Uàrdia. Ogni anno il pomeriggio del 25 marzo festa dell'Annunciazione, la gente si radunava nel larghetto de la Nunziata per assistere con grande divertimento al giuoco della cuccagna, mentre i giovanotti dalle terrazze delle case circonvicine lanciavano marange sulle teste delle morose.
Quello che sin qui abbiamo descritto e narrato era il paesetto di Cavallino chiuso entro la primitiva cerchia di mura, quello che non superava le 2.500 anime. Però già prima del 1790 fuori le mura e al di là della porta de la Nunziata erano sorte alcune case di contadini, isolate ma allineate lungo la stradicciola che portava verso Campurande e la Madunneδδa: a sinistra, la dimora in fondo alla corte de li Zenzone e accanto quella de li Pagghiara, poi le casette de li Tappu con le uscite in un cortiletto, e più oltre l'abitazione de li Tromba; a destra, di fronte si allargava la corte de li Sichilì, de li ?u??ù e de li Pezzanculu, e più in là ancora la casetta de li Castriota, gli spazi interposti erano adibiti a orticelli.
Soltanto dopo che fu abbattuta nel 1790 la porta dell'Annunziata e fu eretta la porta di S. Giorgio, la nuova via detta strada di S. Giorgio venne sistemata e selciata, e i suoi spazi laterali liberi vennero occupati da nuove costruzioni, tra cui il forno per pane bianco de lu Pascalinu, il frantoio oleario de lu Pediu, l'abitazione di Domenico Totaro Fila detto Filottu, la casetta de la Ngicca Maca e l'abitazione a due piani de li Scardinu; e sul lato frontale le abitazioni de lu Tore Rizzo Scusçetatu, de mèsciu Tore Fari, de lu Benetittu Longo Purcìcchiu, de lu Totu De Giorgi Dicatèa.
Fuori porta S. Giorgio, attraverso lo specchio dell'arco si vedevano: di fronte, la stele dell'Osanna (lu Sannà), a sinistra, la cappella di S. Giorgio, a destra, alcune casupole nella solitaria strada sterrata di Campurande.
Notiamo che la via nuova diretta da porta Loreto al paese di Lizzanello fu costruita nel 1850; dieci anni dopo, nel 1860, venne allargata e completata la via da porta Caracciolo a Lecce; solamente nel 1884 fu realizzata la strada diretta Cavallino-Caprarica; via S. Cesario a partire dalla cappella dell'Annunziata fu sistemata l'anno 1886.
E per concludere il discorso toponomastico intorno all'antico paese di Cavallino, aggiungiamo sinteticamente che una ripresa dell'attività edificatoria si ebbe nella prima metà del '900 allorquando la via A. Diaz fu per tutta la lunghezza fiancheggiata da costruzioni nuove, mentre pure in via S. Cesario e in via Caprarica nuove abitazioni si susseguirono lungo entrambi i lati fino a 400 metri dall'abitato.
Nel corso della seconda metà del '900 l'incremento edilizio fu assai notevole e le ulteriori costruzioni si prolungarono anche in via Lecce e in via Lizzanello; si coprirono di nuove strade e di nuovi edifici i vari settori pianificati compresi ad ampio arco tra le vie Lecce, Culummi, S. Cesario, Caprarica, Lizzanello.
In questi ultimi due decenni si sono formati e sviluppati due nuovi quartieri: il rione S. Giorgio a metà strada tra Cavallino e Lizzanello ma congiunto come appendice allabitato del paese; e il rione Castromediano, staccato di oltre due chilometri e autonomo da Cavallino; esso si espande dalla Purchiera verso la masseria Dardina fino al tratto della ferrovia Lecce - S. Cesario, quindi si ingrandisce sino a congiungersi con il territorio del Comune di Lecce, per ampliarsi ancora verso nord-est oltre la contrada Bernardini.
Cinquanta anni fa il Comune di Cavallino contava appena 4.500 anime; lanno 1994 i residenti superarono la soglia dei 10.000; oggi, anno 2000, gli abitanti sono 10.800.
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