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La Cappella del Monte, il Camposanto, la Comunità di Cavallino nell'800
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Strada de lu Cumentu (corso Umberto I)

Nel tratto dell'odierno corso Umberto I, un lato - come sappiamo - era occupato sin dalla metà del '600 dall'edificio di Frattumasi (fra' Tommaso), poi dal caseggiato con corte della famiglia De Matteis del ramo de li Puδδi, da cui provennero il possidente Vito sindaco dal 1826 al 1831, suo figlio sacerdote don Pasquale, papa Pascali, e suo nipote sacerdote don Ruggero; quindi seguivano la Chiesa e il Convento, e infine la vecchia masseria Barone. Nel lato opposto per tutto il '700 ci furono soltanto tre isolate costruzioni; all'inizio si aveva la dimora della famiglia Rizzo, artigiani fabbri e meccanici: un fabbricato tutto a piano terra, costituito da una officina (corrispondente al locale dell'odierna farmacia) da un androne con portale bugnato e cortile retrostante, e da un appartamento; successivamente l'immobile passò in eredità allo speziale don Donato Murrone, il quale vi aprì una spezerìa, che in seguito cedette al figlio don Cìccio.

Più oltre c'era una casetta dei Forcignanò Panesi: un cortile, due vani-alloggio per il pecoraio Carmine Ccallu, un ovile retrostante; ancora più in là c'erano accostate la casa dei Bascià, quella degli Spedicato e quella dei Guarascio, gli uni, gli altri e gli altri ortolani giardinieri nella retrostante villa.

Nella seconda metà dell''800 gli spazi liberi della via furono acquistati come suoli edificatori e furono occupati da nuove costruzioni, fatte - guarda caso - da famiglie forestiere immigrate: i Falco vennero da Lecce, i Malorgio da Galugnano, i Cioffi da Strudà, i De Blasi da Lecce, poi i Biscozzi da Galatina, i Maggiore da Sternatia, i Greco da Caprarica, i quali, comunque, presto e bene si inserirono nella società cavallinese.

Questa larga strada terminava bloccata dalla porta Caracciolo (eretta nel 1655) comunemente chiamata porta Lecce, la quale - essendo sindaco l'avv. Antonio Totaro Fila - l'anno 1902 fu demolita per lasciare un più agevole transito ai carri e alle carrozze; quindi al di là si formò il "largo della Giustina" fuori paese.




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