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I Castromediano
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I CASTROMEDIANO

La venuta dei Castromediano a Lecce

In Basilicata, intanto, nel dominio dei possedimenti di Castro Mediano, di Pietra Pertosa e di Castro Bellotto, al capostipite Kiliano de Limburg successe il figlio primogenito Ruggero, così chiamato dal nome del defunto re di Sicilia e Puglia Ruggero II, il padre di Guglielmo I il Malo che aveva concesso i feudi.

Il barone Ruggero de' Castromediano, il vecchio, prese in moglie una nobile fanciulla di Potenza, ebbe dei figli, e così continuò il ramo dinastico dei Limburg Castromediano di Basilicata. Egli amministrò i beni di famiglia con competente impegno incrementandone lo sviluppo, e con umana condotta legando i vassalli a sé e alle sue proprietà terriere.

Dei suoi figli, il primogenito Giovanni de' Castromediano rimase accanto al padre per collaborare con lui e prepararsi alla successione e alla conduzione dei possessi feudali; gli altri figlioli intrapresero la carriera militare al servizio di Sua Maestà, "così come il regime del feudo stesso esige".

Ruggero de' Castromediano, il giovane, figlio del barone don Giovanni, dopo aver prestato il dovuto servizio militare, fu Amministratore delle Regie Razze1; poi, nel 1272, dal re di Napoli Carlo I d'Angiò, in compenso dei servigi resi, ebbe in beneficio il feudo di Cerceto (la località non è stata mai individuata), situato di sicuro nella giurisdizione della Contea di Lecce. Ecco come un membro della famiglia de Castromediano de Limburg si staccò dal ceppo principale di Basilicata e venne a stabilirsi nel Salento (dapprima a Brindisi, probabilmente), e prese possesso di un altro feudo della casata, quello appunto di Cerceto. Ma qui la famiglia di Ruggero, il giovane, non rimase a lungo, infatti preferì trasferirsi nel capoluogo della Contea, nella grande magnifica città di Lecce, dove mise stabili radici dando così origine al ramo leccese del lignaggio Castromediano.

E il sacerdote don Giulio Cesare Infantino testimonia:

Da questo (Kiliano di Limburg) sono poi discesi molt'altri valorosi guerrieri di questa famiglia Castromediana, nostri Leccesi, come primieramente Gio: Castromediano, che fù gran soldato, e V. Ammiraglio del Regno nel 1306.

In oltre, appresso il Rè Roberto, nel 1315 ritrovo Anzolino Castromediano essere stato gran guerriero, al quale il medesimo Rè fece carta di familiarità, ricevendolo nel suo Real hospizio, come medesimamente nell'anno seguente dal medesimo Rè gli fù dato carico di ricevere nel porto di Brundizio, e mettere in ordine alcune Galee per servigio di S. M.2

Nella città di Lecce i Castromediano abitarono nel palazzo di famiglia (esiste tuttora) edificato in stile austero con prospetto sulla piazzetta della Zecca (oggi p.tta Sindaco Giuseppe Pellegrino), nei pressi della chiesa di S. Matteo.

Ancora, in una cappella laterale del Duomo, dietro offerta lautamente adeguata, la "famiglia Castromediana" ottenne dal vescovo il patronato di una sepoltura gentilizia, ossia una tomba riservata dove seppellire i propri cari defunti3.

I Castromediano di Lecce erano semplici Gentiluominii quali, vivendo in una città infeudata ai Conti di Brienne, piuttosto che godere i privilegi di subfeudatari preferivano mettersi al servizio diretto del Re oppure abbracciavano una professione civile di funzionari governativi; solo il successore del casato ereditava per intero il feudo di Cerceto e prendeva il titolo di barone; gli altri, i cadetti, cercavano una degna sistemazione o militare o civile; i maschi che non riuscivano a impiegarsi e le femmine che non trovavano marito andavano, volenti o nolenti, a chiudersi in convento.

Nella prima metà del secolo XIV visse in Lecce mons. Paolo Castromediano; di esso parla l'Infantino allorché descrive la Chiesa e l'attiguo Convento di S. Francesco d'Assisi.

Il già detto claustro di questo divoto Convento fù poi magnificato, et ingrandito da Monsignor Paolo Castromediano Frate di quest'Ordine gentil'huomo Leccese Teologo eccellentissimo, e Vescovo di Polignano.4

LECCE - Palazzo Castromediano
LECCE - Palazzo Castromediano (da P. Palumbo)

1Ciò risulta dai Registri angioini conservati nell'Archivio di Stato di Napoli.
2G.C. INFANTINO, Lecce Sacra, Lecce 1634, pag. 253.
3G.C. INFANTINO, Lecce Sacra, Lecce 1634, pag. 31.
4G.C. INFANTINO, Lecce Sacra, Lecce 1634, pag. 102.


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