PRESENTAZIONE

Questo lavoro fonetico-lessicale si compone di due sezioni apparentemente staccate e autonome tra loro; in verità le due parti sono strettamente legate e coordinate e concorrono a trattare organicamente un'unica materia e a discorrere di un identico argomento, il dialetto leccese.

Nella Parte prima, difatti, si parla della storia del linguaggio natìo leccese dal suo sorgere o meglio dal suo diversificarsi dalla lingua madre, il latino popolare, al suo costituirsi o meglio caratterizzarsi stabilmente in precise norme di idioma tipico e peculiare, parlato quotidianamente per secoli da una determinata popolazione.

Nella Parte seconda, quasi a mo' d'esempio, vengono presentati oltre cento anonimi componimenti poetici, ossia canti popolari i quali dànno la prova evidente dei mutamenti nella prima parte descritti e della forma linguistica ulteriore, finalmente nel Sette-Ottocento acquisita dall'idioma dei nostri padri, dal tipico dialetto leccese, più precisamente di Lecce città capoluogo.

Circa i componimenti in versi qui presentati, essi sono contenuti in "Canti popolari delle province meridionali", Torino 1871, ampia raccolta curata dai leccesi A. CASETTI - V. IMBRIANI.

Avverto, tuttavia, che i brani da me prescelti e nella seconda sezione riportati (e ognuno è seguito da esaurienti note), proprio per dar loro un sicuro valore glottologico sono stati appropriatamente adattati nella fonetica e nella morfologia, e soprattutto adeguati alle peculiarità della parlata viva leccese; testimoni: gli scrittori dialettali più rappresentativi dell'isola linguistica autenticamente leccese, a cominciare da F.A. D'Amelio (1775-1861) e da G. De Dominicis (1869-1905), per proseguire con F. Marangi, O. Leone, E. Bozzi, F. Morelli, R. Protopapa, N.G. De Donno, C. Cucugliato, L. De Filippi, N. Rucco, ecc.