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La Cappella del Monte, il Camposanto, la Comunità di Cavallino nell'800 | ||
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Le strade campestri
Le masserie, i poderi, gli orti si raggiungevano per strade campestri tortuose e strette, e per viottole sterrate, segnate da profonde carreggiate: la via de lu Monte che si diramava in strada de lu Pignu e strada de la Purchera, che portavano a Lecce; la strada de li Culummi che immetteva sulla carrozzabile Lecce-Leuca; la strada de le Menze più oltre diventava strada de lu Spezzafierru, e la medesima ancora più oltre si denominava via Sciurti, e presso li Nzarti sboccava sulla via vecchia di S. Donato; la strada de la Madunneδδa dopo mezzo miglio diventava via interpoderale Quattru Parimenti (un tempo fiancheggiata da vigneti) e s'innestava poi alla via per Galugnano; la strada Madonna delle Grazie iniziava dall'omonima cappella, nei pressi di Lizzanello, e come via interpoderale, superata la via vecchia per Caprarica, si andava a congiungere presso la masseria Sant'Alieni con la strada per Galugnano; di tutte le vie campestri la più frequentata era la strada de lu Crucefissu: partiva dall'Arcu de lu Calò e si inoltrava verso settentrione, si diramava nel viottolo de le Petre e nel sentiero delle masserie Vadacca e Verardi, quindi si immetteva sulla vecchia via di Lizzanello e proseguiva sino a Lecce: era la via usuale e più agevole, percorsa dai Cavallinesi per recarsi nella città capoluogo.
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