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Sigismondo Castromediano

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Cenni biografici di Sigismondo giovane Sigismondo scrittore



Cenni biografici di Sigismondo giovane

L'anno 1811, il giorno 20 gennaio in Cavallino di Lecce dai coniugi don Domenico Castromediano marchese di Cavallino e duca di Morciano, e donna A.Teresa Balsamo nacque Sigismondo, primo dei figli maschi1.

L'anno 1819, Sigismondo, ragazzo di otto anni, cominciò a frequentare gli studi presso il Real Collegio di Lecce, situato nell'ex Convento di S. Francesco della Scarpa; poi, per motivi familiari, l'anno 1829, a 18 anni lasciò l'Istituto senza conseguire alcun titolo di studio.

Atto di nascita
L'ATTO trovasi presso l'Archivio comunale di Cavallino

Nel paese di Cavallino trascorse la sua giovinezza, quasi sempre appartato, solitario e annoiato; …Della mia prima età, e sino alla mia prigionia, dirò poco, assai poco, quanto nulla, come quella che, passata nel silenzio e nelle meditazioni, altro non merita2.

Soltanto in periodi saltuari godeva della compagnia degli affezionati coetanei compaesani: Vincenzo Baldassarre (1807+70), Paolino Marchiello (1807+72), Pasquale De Matteis (1814+85), Vincenzo Garrisi (1816+59) i quali in seminario si preparavano al sacerdozio (e tutti e quattro poi saranno preti), e Donato Murrone (1810+65) che studiava per diventare speziale.

In due ricorrenze periodiche Sigismondo si impegnava di persona per approntare due gare tra i giovani cavallinesi. Il giorno 25 marzo, festività dell'Annunziata, preparava la cuccagna, gioco che invitava ciascun terzetto di contendenti ad arrampicarsi a forza di braccia e di gambe su un'alta trave eretta e unta di sapone rosso scivoloso; al terzetto di giovani, che per primo riusciva a toccare la bandiera azzurra borbonica issata in vetta, spettava come premio quel ben di Dio appeso alla cima (tre capponi, tre forme di cacio pecorino, tre salami, tre fiaschi di vino invecchiato).

L'ultima domenica di agosto, ancora, in occasione dell'annuale festa piccola della Madonna del Monte, il duchino dirigeva la corsa nei sacchi; come compenso: un mezzo sigaro toscano a ognuno dei partecipanti; come premi: 1 ducato al primo arrivato, 5 carlini al secondo, 10 grana al terzo classificato.

Nel contempo, l'antico casato dei Castromediano di Cavallino era in decadenza. I coeredi della penultima generazione erano coinvolti in interminabili controversie personali e in complesse vertenze giudiziarie a cagione della intricata suddivisione dei diversi beni patrimoniali ex feudali.

In tale ambiente discorde e inquieto, Sigismondo intristiva nello spirito e conduceva una giovinezza insoddisfatta e preoccupata. Anche perché il padre duca Domenico Castromediano, ultimo feudatario di Cavallino e di Morciano (dall'anno 1806 giuridicamente esautorato da qualsiasi diritto e privilegio feudale), individuo inetto e permaloso, per lunghi periodi di tempo lasciava con animo esacerbato la famiglia e il villaggio di Cavallino e andava a risiedere nella capitale Napoli; allora sul figlio primogenito duchino Sigismondo ricadevano e gli impegni e gli affari per l'amministrazione degli indivisi beni del casato e i doveri e le premure per il mantenimento dell'infelice madre e degli undici tra fratelli e sorelle.

Nel 1839 si aggiunse un infausto evento, che nell'animo sensibile del giovane Sigismondo provocò un grave turbamento psichico e morale. Dopo parecchi anni di litigi, contrasti, cause giudiziarie, offese reciproche, le cinque anziane sorelle (di don Domenico) Castromediano: Beatrice sposata Casetti, Gaetana sposata Personè, Isabella sposata Laigneau de Chartres, Irene sposata Testù de Lion, e Rosa sposata Libertini, ottennero finalmente in proprietà personale le cinque quote parti del vecchio palazzo feudale di Cavallino3; di conseguenza, il fratello coerede Domenico con moglie e figli fu costretto ad abbandonare l'insigne edificio degli antenati.

Di costui, in quegli anni così scrisse il proprio figlio Chiliano in una sua Memoria:

"La legge dell'abolizione feudale fu promulgata nei suoi primi anni, ond'è che le sostanze vistose di sua Famiglia da prima decaddero, quindi tutte si distrussero, imperò serbando il decoro avito, quando anche le rendite si erano assottigliate, e per la generosità e prodigalità del suo cuore, e per le liti civili sostenute con le sue sorelle e cognati (liti già rese proverbiali) i quali fino il Castello dei suoi antenati in Cavallino gli tolsero, tanto sfortunio gli avvenne."

Quindi, il marito don Domenico, stizzito e umiliato, insieme con i figli Ascanio ed Errico si tasferì definitivamente a Napoli capitale; la moglie donna A.Teresa insieme con i figli Giovanni Battista, Gaetana, Costanza, Adelaide, Giulia, Luisa e Teresina, traslocò a Lecce presso i parenti Balsamo; il figlio ventottenne Sigismondo, sul quale era ricaduta l'onerosa incombenza di curatore dei beni di famiglia, e il figlio scioperato ventiseienne Chiliano non vollero seguire né il padre né la madre e preferirono restare a Cavallino; presero in locazione dal Comune proprietario l'ex Convento dei Domenicani, da alcuni anni ormai sgomberato dai monaci, e vi si sistemarono: Sigismondo - egli stesso ciò precisa in una lettera - occupò «il quartino sito a dritta del primo entrare del primo corridojo superiore del nominato locale«, Chiliano occupò «il quartino sito a dritta nel primo entrare del secondo corridojo superiore di detto locale».

Sigismondo, oltre le persistenti angustie, nel 1840 soffrì la perdita del fratello ventiduenne Giambattista e nel 1845 dovette sopportare il cordoglio per la morte prima della cara sorella Gaetana, nubile di 35 anni, e poco dopo anche dell'amata madre donna Teresa, la salma della quale da Lecce volle traslata nel cimitero di Cavallino e deposta in un loculo distinto.


1 Nell'anno 1811 sul trono del Regno di Napoli sedeva il re francese Gioacchino Murat; quattro anni dopo, nel 1815, Ferdinando IV di Borbone riconquistò il Regno e tornò a sedere sul trono di Napoli con il titolo, ora, di Ferdinando I Re delle Due Sicilie. Nel 1825 a Ferdinando I successe il figlio Francesco I di Borbone; poi, alla morte di costui, l'anno 1830 nel Regno delle Due Sicilie succederà il figlio Ferdinando II.
2 S. CASTROMEDIANO, Memorie, vol. I, pag. 17
3Archivio Notarile Distrettuale di Lecce, Fabbricato in Cavallino alla via Piazza, 10


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