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Sigismondo Castromediano
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Sigismondo scrittore

Per tutti gli anni '30 e '40, il duchino Sigismondo, dimorando nel paesello di Cavallino, probabilmente per riempire le ore vuote delle monotone giornate della propria insoddisfatta giovinezza, cominciò a cimentarsi in estemporanee prove letterarie sia in versi che in prosa, su svariate tematiche, di argomento amoroso profano e sacro; in seguito si dispose a stendere altri componimenti: quale di tema novellistico, quale di contenuto storico locale o provinciale, quale di specifico soggetto archeologico1, espressi tutti con linguaggio ricercato aulico, in stile elevato e deliberatamente antichizzato.

Dava inizio alla stesura dell'opera letteraria, ma poi interrompeva il lavoro, e lo scritto rimaneva o abbozzato o incompiuto e chiuso nel cassetto.

Tra i componimenti in poesia si citano:

Tra i lavori in prosa, tutti incompleti, si citano:

Sino ai 35 anni il giovane Sigismondo aveva trascorso un'esistenza «annoiata, scarna, come vissuta sempre nell'ozio» - così egli disse di se stesso nel citato suo scritto intitolato Schizzo del mio carattere. E infatti la sua vita sino ad allora era risultata scarsa di rapporti sociali con la comunità paesana e cittadina, e priva di soggettivi interessi per gli eventi storici contemporanei.

Una sola parentesi; dal 20 settembre al 5 ottobre 1845, nella capitale Napoli si tenne il VII Congresso degli Scienziati italiani; vi parteciparono pure alcuni esperti salentini, e di essi il prof. Oronzo Gabriele Costa espose il suo Catalogo dei Molluschi di Taranto, il marchesino Vincenzo Balsamo parlò su La rogna e la mosca degli ulivi, il duchino Sigismondo Castromediano tenne il suo intervento su L'agricoltura e la pastorizia di Caballino.

Per tutti quegli anni Sigismondo era rimasto disinteressato ed estraneo anche alla modesta e uggiosa vita amministrativa del paese natìo di Cavallino, villaggio ad economia esclusivamente agricola e pastorale, non lontano più di quattro miglia da Lecce, capoluogo della Provincia di Terra d'Otranto; paesello poverello di circa 1.100 abitanti, il 98% dei quali non scribenti, analfabeti, costantemente impegnati a procurarsi con fatica i mezzi indispensabili alla propria sussistenza e al mantenimento in vita della propria famiglia.

Vivendo e operando in tale meschina condizione umana, la comunità cavallinese era insensibile e rimaneva indifferente verso i problemi sociali esterni e verso i nuovi avvenimenti politici sia provinciali che nazionali.

Il Comune era retto dal Sindaco e dai Decurioni i quali, a norma di legge, dapprima venivano segnalati in apposite terne, poi insindacabilmente erano scelti e nominati dall'Intendente della Provincia, quindi esercitavano il mandato amministrativo per un biennio; a Cavallino, proprio perché mancava la classe borghese, nelle varie cariche civiche si susseguivano amministratori provenienti dall'umile ceto contadino e artigianale. Il nobile duchino Sigismondo Castromediano solo l'anno 1846 dal sindaco Giuseppe Arigliani ebbe e accettò l'incarico di Conciliatore comunale.

Inoltre, pressanti si facevano da parte dell'Ill.mo Sig. Intendente di Terra d'Otranto le richieste di contribuzioni 'volontarie' per sovvenire ai bisogni e dell'Istituto delle Pentite, e dell'Ospizio dei vecchi, e dell'Istituto degli Orfanelli, della Provincia di Lecce. Per la qual cosa:

L'anno 1848: il giorno 2 Febrajo in Cavallino -
Riunitosi il Decurionato in numero opportuno
e volendo far eco dietro la proposta del Sindaco
alla filantropica Circolare del S.r Intendente
del 10 Dicembre 1847, 3° Uffizio, à proposta
la Commissione nella detta Circolare enunsiata
in persona dei Signori:
Don Pasquale De Matteis,
D. Vincenzo Baldassarre,
D. Sigismondo Castromediano Duchino di Morciano, e
D. Benedetto De Giorgi,

e così unanimemente fù conchiuso = Per i Decurioni nonscribenti
Raffaele Greco = Raffaele Forcignanò = e Mariano Passaby.
Il Decurione Segretario Luigi Baldassarre
P.° Ciccarese

I Decurioni
Oronzo D. Garrisi
Ippazio Murrone
Luigi Baldassarre

Vito Rizzo Sindaco3
Mappa

Tuttavia, il concittadino duchino Sigismondo non potè collaborare alla raccolta di fondi a tale scopo, perché proprio nei mesi successivi sarà impegnato nell'intrapresa azione politica clandestina. Anzi chiese al Consiglio civico di non essere ancora incluso nella prossima terna per l'incarico di Conciliatore comunale. Pertanto, il giorno 27 agosto del 1848, fu convocato in seduta straordinaria il Decurionato di Cavallino:

…Finalmente il Sindaco disse = Signori Decurioni =
Il Conciliatore del nostro Comune Duchino di Morciano ricorda alle SS. LL. che essendo terminato il perioto triennale di sua carica, elleno procedessero alla confezione di novella terna. I Decurioni = Intesa la proposta del Sindaco, procederono alla nomina della seguente terna pel novello Conciliatore:
1° D. Vincenzo Garrisi Sacerdote di anni trentuno
2° D. Paolino Marchiello Econ. Curato di anni quaranta e
3°Giuseppe Arigliani Proprietario di anni cinquant'uno: acclamandoli tutti all'unanimità e così fù conchiuso.-
…Il Decurione Segretario= Luigi Baldassarre
Vito Rizzo Sindaco4

Successivamente, del nostro occulto congiurato nei documenti ufficiali del Comune di Cavallino non si avranno più notizie. Poi, il 30 ottobre 1848 egli sarà arrestato e tradotto in prigione.

Un ulteriore riferimento al nobiluomo cavallinese, tenuto imprigionato in Lecce, sarà fatto quando, nella seduta del 30 maggio 1850, il Decurionato dovette nominare un nuovo deputato alle Opere Pubbliche Comunali in sostituzione …del Sig.r D. Sigismondo Castromediano che si trova assente perché detenuto politico5.

Incisione 1860
Sigismondo Castromediano (incisione del 1860)

1 ALDO VALLONE, Sigismondo Castromediano storico e letterato
2I suddetti lavori ed altri componimenti incompiuti, lasciati allo stato di manoscritti cartacei autografi, costituiscono attualmente il fondo della biblioteca della famiglia Gorgoni di Cavallino.
3Archivio comunale - Libro dei Verbali del corpo civico del Comune di Caballino - dal 1846 (manoscritto).
4idem
5idem


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