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Il dialetto leccese
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Fenomeni positivi

Contemporaneamente a questi fenomeni di trasformazione, che possiamo definire negativi in quanto che si tradussero in perdita o in mutamento rispetto agli etimi originari, si produssero altri fenomeni positivi o di acquisto, per il fatto che comparvero nel discorso dei parlanti leccesi gli articoli e le preposizioni, paroline queste indispensabili (ora che le desinenze dei casi latini sono scomparse) per determinare le funzioni logiche dei sostantivi e dei pronomi nell'ambito della proposizione e, quindi, per dare più chiarezza al proprio pensiero.

Documenti popolari scritti di quel tempo (siamo intorno al mille) non ne abbiamo, purtroppo; i sudditi, i fruitori dell'umile linguaggio parlavano e non scrivevano perché non sapevano scrivere; essi si tramandavano oralmente le loro schiette canzuni (per lo più canti d'amore e di sdegno), i loro cunti (racconti, novelle popolari), i loro culacchi (barzellette, freddure).

Erano analfabeti persino i 'signori'. E difatti i più antichi documenti ufficiali giunti sino a noi erano redatti in latino medioevale, la lingua artificiale dei notai, infarcita di formule cancelleresche; e quanti baroni contraenti sottoscrivevano i rogiti, gli atti pubblici e privati tracciando un facile segno di croce!

Comunque (e qui lavoriamo un po' di fantasia, giacché, come si è detto, documenti scritti leccesi dell'epoca non ne abbiamo) non è illogico supporre che (verso il X-XI-XII secolo?) una frase corrente in latino popolare tipo: habeo dictum que illum mulum est meum sulla bocca del villano, col passare di molti decenni, diventò abeo dictu ca quiδδu mulu ete meu; e poi - sempre a mo' d'esempio - la frase: ego et amicus meus metimus cum ista fauce illum fenum siccatum si cambiò: eo et amicu meu metimu cu sta fauce lu fienu siccatu; e la frase: istum iuvenem arat istum campum cum illo caballo de illo massaro si pronunziò: stu giòene ara lu campu cu lu ca(ba)δδu de lu massaru. Così grosso modo, ma inavvertitamente, si passò dalla lingua latina plebea all'idioma vernacolo leccese.

Come la lingua nazionale e tutti gli altri dialetti italiani, così l'idioma leccese accolse nel proprio vocabolario anche voci estranee, derivate dai linguaggi dei vari invasori occupanti (soldati, funzionari, gabellieri), i quali vennero nel Salento e vi si stanziarono come padroni per periodi più o meno lunghi. Le loro lingue, tuttavia, essendo meno progredite del volgare medioevale parlato dai sudditi nativi, ebbero poca efficacia e scarsa incidenza sulla parlata indigena, in particolare sul lessico leccese, e dunque vi lasciarono poche tracce:



linguaggio origine leccese italiano
goticobandwian andisçiare bandire
goticokrappa rappa grappolo
goticoskajia scàgghia scaglia, pula
longobardowanga angale molare
longobardopalta pàuta tasca
longobardozippil zippu fuscello
arabokafa caffetta bitorzolo
arabofunduq fùndecu fondaco
araboal.anbiq lemmiccu alambicco
araboba'bush papùscia upupa
araboqintar quintale
araboshabaka sciàbbeca palandrana
arabotafarrig tàfaru cazzotto, pugno
arabotamar tàmaru
arabozahr žarru acciaiolo
turcoyaghmirluk ciammarrucu chiocciola


Non così, invece, per le parole di origine greca. Veramente, a proposito dei prestiti greci, si prova una certa perplessità a considerarli stranieri, sapendo quanto la lingua greca avesse influenzato le parlate dell'Italia meridionale sia al tempo della colonizzazione greca e sia durante il periodo della dominazione bizantina: nei tempi antichi la greca Taranto fece sentire la sua influenza sulla contigua Messapia (tanto che Quinto Ennio, diventato nel 185 a. C. civis romanus, si vantava di avere assimilato tre culture: la messapica, la ellenica, la latina); nel medioevo, poi, le genti della Grecìa salentina intrattennero frequenti rapporti con Lecce e il suo contado.

Ad ogni modo, ecco alcuni tipici vocaboli leccesi derivati direttamente dal greco:

greco leccese italiano
apolòsàpulurigonfio e vaporoso
ascke(les)asçascheggia di legno
kremastracamastracatena del camino
kanthòscantucerchione della ruota
karazaicarassafessura
kòbouroscaùrugranchio marino
klèitroncitrucrosta di gelata
kòccaloscòccalucocuzzolo della testa
kukubàgiacuccuàsçiacivetta
kòrymbosculummufiore fiorone
phytonfitusciame d'insetti
ektikòsèttecutisico
fuskafiuscapula dei cereali
diastraiastraattrezzo per l'orditura
làpainalàppanapesce ladro
laèkhendralesandrabiscia d'acqua
maktramastrillutrappola per topi
(bo)mbulionmbileorcio di terracotta
nàuckerosnachirucapo dei frantoiani
pandeckespàndecamira costante
parasporiònparaspòriulavoro straordinario
phosphòrospòsperuzolfanello
purikaustòspurecàsciupagnottella di pane
trimenìaremenìagrano marzuolo
(ag)riònikonròniceagròtide, bruco
spàrganonspàrecanupannolino per infante
teganontianutegamino
dòlikhostòlecaspecie di cicèrchia
titumàliontutumàgghiuspecie di euforbia
hòlkomaùrcumarigonfiamento
ufaìnoufanuborioso e vanitoso
zanzalonzìnzulubrandello di stoffa



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